Il tema del ripristino del costituzionalismo e dello stato di diritto rappresenta una questione spesso trascurata tra i costituzionalisti. Affrontiamo la sfida di come restaurare il costituzionalismo quando il sistema costituzionale presenta "enclavi autoritarie", soluzioni istituzionali vincolanti che rendono praticamente impossibile ripristinare una democrazia basata sullo stato di diritto.
La Situazione in Ungheria e le Sfide della Restaurazione
In paesi come il Cile, sono occorsi quasi 25 anni per eliminare le nomine bioniche agli uffici e il sistema elettorale binomiale che rendeva quasi impossibile cambiare la struttura costituzionale. In Turchia, la Costituzione proteggeva i generali responsabili del colpo di stato del 1980 e delle sue conseguenze sanguinose. La questione dell'inamovibilità dei giudici spesso ostacola la riforma che consentirebbe l'indipendenza giudiziaria e l'applicazione dello stato di diritto.
Prospettive per il Ripristino in Ungheria
Attualmente, grazie alle imminenti elezioni, alcuni paesi con "arretramento democratico" potrebbero avere l'opportunità di ripristinare lo stato di diritto. Questo è il caso dell'Ungheria, dove c'è una possibilità di vittoria elettorale dell'opposizione unita la prossima primavera. Tuttavia, sorge un dibattito professionale in Ungheria sulla possibile sostituzione della Legge Fondamentale approvata dal FIDESZ, che contiene regole radicate che consentono la perpetuazione del potere in carica anche se il FIDESZ fosse all'opposizione in Parlamento.
Le Sfide della Legge Fondamentale Ungherese
La Legge Fondamentale contiene procedure e lunghe permanenze in carica che renderebbero molto difficile per un nuovo governo dell'opposizione governare. La possibilità di ottenere una maggioranza qualificata di due terzi per emendare la costituzione e promulgare "leggi cardinali" è scarsa. La Legge Fondamentale è stata promulgata legalmente, ma la consultazione democratica è stata sistematicamente trascurata. La domanda è: come governare democraticamente il giorno dopo le elezioni, quando l'ex opposizione ottiene la maggioranza ma non c'è modo di emendare le regole che perpetuano il potere nel quadro della legalità formale?
Alternative tra Legalità e Paralisi
Ci chiediamo come formulare alternative tra queste due estreme: seguire le regole costituzionali di natura democratica dubbia o sostituirle in violazione della legalità, magari attraverso un processo democratico extra-parlamentare. In che condizioni ciò potrebbe avvenire? Chiediamo il vostro contributo su queste questioni.
Questioni Cruciali per il Dibattito
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Se una costituzione è dimostrabilmente incompatibile, in parte o anche totalmente, con i principi dello stato di diritto, dovrebbe essere rapidamente sostituita o radicalmente emendata? Come determinare tale incompatibilità?
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I tavoli rotondi, dove i partiti politici si riuniscono in un contesto informale, sono spesso utilizzati nelle transizioni alla democrazia. È tale processo negoziato adeguato e difendibile dal punto di vista teorico costituzionale e democratico?
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Molte costituzioni democratiche in tutto il mondo sono state create con procedure che non corrispondevano ai requisiti formali di emendamento in vigore. È lecito disprezzare la formale creazione di regole (costituzionali) in assenza di un collasso dello stato o di una rivoluzione, se il regime precedente è corrotto e basa la sua esistenza su una violazione dello stato di diritto? Quali dovrebbero essere i requisiti procedurali e sostanziali minimi in caso di legittimità di tale processo anche se illegale?
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Dato che la sovranità popolare e il potere costituente del popolo sono riconosciuti come preoccupazioni primarie nella teoria costituzionale democratica, quale tipo di partecipazione popolare legittimerebbe la creazione extra-costituzionale della costituzione? È l'approvazione in referendum di un progetto costituzionale una necessità in tal caso?
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Concordate o dissentite che un componente generalmente accettato di una forma democraticamente legittima di creazione della costituzione è un'assemblea di redazione liberamente eletta, un'assemblea costituente o una convenzione o persino un parlamento regolare designato a tale scopo, purché eletto secondo un sistema elettorale equo e inclusivo, anche se queste forme non sono chiamate dalla costituzione in vigore? Quali sono le ragioni per una soluzione o l'altra? Quali considerazioni locali devono essere prese in considerazione? Come favorire la discussione pubblica e la partecipazione?
Apprezziamo commenti su questi punti, che saranno raccolti e pubblicati in un simposio sul blog Verfassungsblog. Inviate il vostro contributo (massimo 2000 parole) entro l'8 dicembre 2021 a info@verfassungsblog.de.
Cordiali saluti, Andrew Arato, Professore Hirshon in Teoria Politica e Sociale alla New School, András Sajó, Professore Universitario presso CEU.